<< back _
< d-i-n-a events > _ < metagallery > _ < net cultures >

IL NOSTRO SPONSOR: TECHNOLOGIES TO THE PEOPLE®
Come siamo riusciti ad attirare l'attenzione sia della Apple™ che della critica d'arte tedesca di sinistra
di Inke Arns (2000)

in Technologies to the People, La sociedad informacional.
On line a http://www.v2.nl/~arns/Texts/tp.html

"I am not fond of manipulation, and I think you should not use it for political aims." (1) (Squatter di sinistra a Berlino, aprile 2000)

Tra il 1996 e il 1997 insieme a Ute Vorkoeper ho organizzato e curato il progetto inetrnazionale di una mostra chiamata discord. sabotage of realities (disaccordo. sabotaggio di realtà (2) che ebbe luogo nel Kunstverein e alla Kunsthaus di Amburgo, nell'ambito della Settimana delle Arti Visive del 1996 di Amburgo, finanziata anche dall'assessorato alla cultura del comune di Amburgo. Artisti di tutto il mondo vennero invitati a sottoporre idee di progetti legati a attuali realtà sociali e politiche sempre meno pacifiche. Gli organizzatori ricevettero più di 500 concepts da 31 paesi. L'effettiva mostra discord fu suddivisa in sei aree tematiche dedicate alle forme di controllo (sicurezza/insicurezza), alle notizie (la disinformazione), al quotidiano (l'alienazione), alle politiche del confine (camminare sulla fune), ai meccanismi dello stato (legge, disciplina, repressione), alla fantascienza e l'economia (l'amministrazione del futuro): includeva una selezione internazionale di 34 opere, molte delle quali esposte per la prima volta in quell'occasione, e altri 26 concept provenienti da 18 paesi.

L'organizzazione non-profit spagnola Technologies to the People® era uno dei partecipanti. Purtroppo le stampe di grandi dimensioni che Technologies to the People® aveva preparato come contributo per la mostra si persero da qualche parte nel viaggio dalla Spagna alla Germania. Un'altra soluzione andava trovata in fretta. Alla fine gli organizzatori furono d'accordo che Technologies to the People® diventasse uno degli sponsor principali del progetto discord. In quanto sponsor, TP mise il proprio logo a grandi dimensioni su un intero muro e nel catalogo della mostra, e oltre a questo distribuì piccole confezioni con depliant pubblicitari della propria gamma di prodotti: la Street Access Machine® ("Macchina di Accesso alla Strada"), la Recovery Card®, il Personal Folkcomputer® e l'Internet Street Access Machine® ("Strumento Internet di Accesso alla Strada"). Sul retro, una lunga lista degli sponsor di TP, fra i quali grandi corporations come Tokio Mitsubishi, Fuji, Sakura, Industrial Bank of Japan, Norinchuking Bank of Japan, Long Term Bank of Japan, Deutsche Bank, Crédit Agricole, Crédit Lyonnais, HSBC Holdings, Asahi Bank, Industrial&Comercial, CS Holdings, ABN Amro, Chase Manhattan Chemical e Societé Générale.

Come si legge e si vede sui depliant pubblicitari, l'intera gamma di prodotti di TP consente agli indigenti di partecipare attivamente alla nascente società dell'informazione. La Street Access Machine® e la Recovery Card® danno la possibilità a chi chiede la carità di trasferire denaro dalle carte di credito, mentre l'Internet Street Access Machine® fa diventare realtà la diffusa richiesta di 'accesso per tutti'. Appropriandosi alla perfezione della retorica dell'ideologia tecnoutopistica che suona come "usa queste nuove tecnologie e il futuro sarà più luminoso" o "l'uso delle nuove tecnologie della comunicazione permetterà a chiunque di far parte di un mondo futuro migliore e più equo", TP trasforma questa retorica nel suo preciso opposto, mostrando il risvolto cinico nascosto dietro l'attrattiva tecnoutopica del mercato delle Tecnologie dell'Informazione: chi chiede la carità continuerà a chiedere la carità, i diseredati rimarranno diseredati e i poveri rimarranno poveri anche se useranno tutti nuove tecnologie della comunicazione. La tecnologia da sola non cambia la società, può anzi impedire il cambiamento cristallizzando le strutture sociali esistenti e ampliando la frattura fra chi ha gli strumenti dell'informazione e chi no. L'unica vera differenza ha luogo nell'industria delle Tecnologie dell'Informazione che produce profitto con la vendita dei propri prodotti.

La forte - e così evidente - contraddizione offerta dai depliant fu presa in esame da molta gente e così il progetto causò molte incomprensioni. Che tuttavia fanno riferimento implicito al conflitto di interpretazioni sul ruolo della tecnologia nella società. Più precisamente, la campagna pubblicitaria di TP fu presa terribilmente sul serio da rappresentatnti delle varie fazioni, il che fa luce sugli interessi sia dell'industria che dei partitti di sinistra.

Dopo l'inaugurazione della mostra gli organizzatori ricevettero un e-mail dal ramo tedesco della Apple, che aveva saputo da qualche fonte di informazione della pubblicità di TP e che era seriamente interessata all'(Internet) Street Access Machine®. Chiedevano se erano già disponibili dei prototipi da poter esaminare nel dettaglio. Gli organizzatori di discord furono piuttosto divertiti: ovviamente non c'erano ancora dei prototipi, ma non ce ne sarebbero neanche mai stati. L'intera faccenda poteva essere vista come un meme che svela i desideri nascosti dell'industria che, nonostante la sua retorica, non è esattamente interessata al miglioramento della società, ma nel semplice profitto. TP ha messo l'esca e l'industria l'ha raccolta.

Ma neanche la tedesca e progressista rivista d'arte Texte zur Kunst non colse il gioco. In un articolo intitolato "Politica come stile" (3) la studentessa di filosofia Antonia Ulrich reagì furibonda alla mostra in generale e al progetto di TP in particolare. discord, ovviamente, deve essere sembrato un'invasione proprio del terreno politico della sinistra. Ulrich criticò i curatori e gli artisti partecipanti per aver 'estetizzato' temi politici, per l'impossibilità di applicare le idee nella politica reale e infine per non aver abbandonato lo spazio dell'arte e non essere scesi per le strade di Hamburg. Beh, forse scrivere di arte non è sempre la cosa migliore se vuoi essere politicamente corretta. Non c'è da stupirsi se Ulrich malinterpretò la maggior parte dei progetti. Diede per scontato di aver capito il progetto di TP come se non avesse mai sentito parlare fino a quel momento di strategie di sovversione e di arte dell'attivismo. Secondo lei, TP aveva davvero l'intenzione di fornire ai "marginali" l'accesso ai media elettronici [...].

Cosa può aver provocato un fraintendimento così voluto di Technologies to the People®? La tecnologia ovviamente è ancora un elemento delicato a sinistra, ma tale misinterpretazione era provocata anche dal fatto che per la sinistra l'unico modo di affrontare i propri nemici è criticarli in modo diretto. La manipolazione, le tattiche di guerriglia comunicativa (6) e le strategie artistiche come quella della "sovra-identificazione" (7) sono state per lungo tempo rifiutate dalla sinistra. Era, ed è ancora, semplicemente impossibile pensare di usare le "strategie del nemico" per una 'buona' causa.

Puoi anche non amare particolarmente la manipolazione, come l'ingenuo squatter di sinistra citato in apertura, ma oggi la manipolazione è dovunque. Non è possibile possibile provare a considerarla buona o cattiva. C'è, è un fatto. E non se ne andrà. In molti casi, anzi, rimane l'unico linguaggio efficace rimasto. Le buone intenzioni da sole non bastano per vincere. [...] La maggior parte delle persone nella casa occupata che parteciparono alla discussione sull'uso della rete per fini politici erano dell'opinione che, visto loro avevano intenzioni politiche "giuste", non avrebbero avuto bisogno di manipolazione "ingiusta". E oltre a ciò, che il computer era uno strumento di potere che non dovreste lasciar usare ai vostri figli. Mi sentivo semplicemente male, stando lì seduta di fronte a tanta testardaggine politicamente corretta. Dopo poco ce ne siamo andati, più tranquilli, guidando nella notte in una vecchia e grossa Mercedes al suono dei Plaid.

 

Note

1 - Squatter di sinistra in una delle ultime case occupate di Berlino ("Bandito Rosso") durante una discussione (aprile 2000) sull'uso o meno di Internet per fini politici. Ho partecipato alla discussione con alcuni esponenti del Chaos Computer Club (il gruppo hacker tedesco), anche loro un pugno nell'occhio del movimento squatter. L'occupante intervenne apertamente contro la manipolazione dopo che qualcuno citò il falso sito www.fpo.at creato dopo che il partito austriaco di destra FPÖ entrò nella coalizione di governo con l'ÖVP. Il falso sito fpo.at conteneva link a organizzazioni militanti di destra e intendeva quindi mostrare il 'risvolto sconosciuto', cioé quello che rimane non detto nella retorica dell'FPÖ. Una frequente critica della sinistra era che il falso sito fpo.at poteva indicare ai fans dell'FPÖ i link proprio le organizzazioni giuste, cioé spingerli in una direzione ancora più radicale.

2 - http://www.icf.de/discord

3 - Antonia Ulrich, ‘Politik als Stil’, in: Texte zur Kunst, März 1997, 7. Jg. Nr. 25, S. 123-126 [a cui si riferiscono anche le note 4 e 5, in una parte omessa dalla traduzione italiana]

6 - Cfr. autonome a.f.r.i.k.a.-gruppe / Luther Blissett / Sonja Brünzels, Handbuch der Komunikationsguerilla, Hamburg/Berlin 1997 [traduzione italiana Comunicazione guerriglia, Derive Approdi, 2001]. Qui vengono in mente le strategie anti-aziendali di RTMark e di etoy [cfr. su d-i-n-a.net: Toywar]. Cfr. Inke Arns ‘Recent Net Campaigns (esp. Toywar) and the Importance of Small Media or Wide-Spread Non-Hierarchical Systems’, lecture given at the conference Pro@Contra, Moscow 11-14 May 2000. Rientra in questa categoria anche il progetto SuperWeed Kit 1.0 sponsorizzato da Cultural Terrorist Agency (Rachel Baker and Heath Bunting): "SuperWeed Kit 1.0 è un kit fai-da-te low-tech in grado di produrre una supergramigna geneticamente modificata progettata per attaccare i territori delle monoculture di proprietà delle multinazionali".

7 - Cfr. Inke Arns, ‘Mobile States / Shifting Borders / Moving Entities. The Slovenian Artists’ Collective Neue Slowenische Kunst’, in: Irwin, Three projects: Transnacionala, Irwin Live, Icons, Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Warsaw 1998, pp. 59 - 76. Vedi anche: http://www.v2.nl/~arns/Texts/NSK/finale.htm [50 KB].


© dell'autore - Traduzioni italiane No© d-i-n-a.net 2002 (l'uso non commerciale delle traduzioni è consentito riportando integralmente questa dicitura - per informazioni contatta dina [at] d-i-n-a.net)