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SURVEILLANCE CAMERA PLAYERS
Intervista di Tilman Baumgärtel a Bill Brown


Pubblicata in [net.art 2.0]. New materials towards Net art,
Verlag fuer Moderne Kunst Nürnberg (2001) - www.thing.de/tilman

"Guarda lì", dice Bill Brown indicando un oggetto rotondo di vetro marrone che pende da un lampione di Washington Square Park. A prima vista, la cosa sembra semplicemente un faro di illuminazione, ma guardando più da vicino chiunque riconoscerebbe all'interno della cupola di vetro una piccola telecamera.

Molte di queste telecamere invisibili sono collocate per tutto questo popolare parco di Manhattan: dei poliziotti seduti in una camionetta parcheggiata in una delle strade laterali possono osservare l'intero parco dal loro mini studio su ruote. "Mi hanno detto che riescono addirittura a leggere le parole di un pezzetto di carta come questo che sto tenendo in mano", dice Brown e mi mostra un volantino con la mappa di tutte di tutte le telecamere di sorveglianza della zona di Washington Park. Poi mette il volantino nelle mani di un passante.

Bill Brown è il fondatore dei Surveillance Camera Players (SCP) che hanno messo in scena alcuni brevi opere teatrali di fronte a telecamere come questa in tutta New York. La loro prima performance fu nel dicembre 1996 nella stazione della metropolitana di Union Square: si trattava di un una versione di tre minuti dell'Ubu Roi di Alfred Jarry - esattamente a cent'anni di distanza dalla prima di questa classica e scandalosa opera di teatro d'avanguardia.

Dal momento che le telecamere di sorveglianza non possono captare il suono ("Non ancora", sottolinea Brown), tutte le performance sono mute: i dialoghi non sono parlati, ma scritti su grandi cartelloni. Versioni brevi di opere come "Aspettando Godot" di Samuel Beckett, "Il Corvo" di Edgar Allan Poe e "1984" di George Orwell fanno ora parte del repertorio dei Surveillance Camera Players. Ma di fronte alle telecamere sulle strade, nelle stazioni della metreopolitana o di fronte al Municipio di New York vengono rappresentati anche pezzi teatrali scritti direttamente dai SCP. "Siamo solo un gruppo di John Doe [il cittadino medio per antonomasia, ndt.] che pensano a quanto dev'essere noioso per quelli della sicurezza stare tutto il giorno davanti ai monitor controllando il comportamento della gente in giro per la città", scrive il gruppo in un manifesto.

Il pubblico delle loro brevi performance sono tanto il personale responsabile della sicurezza che controlla le immagini delle telecamere di sorveglianza, quanto i passanti che attraversano per caso il "palco" dei SCP. La maggior parte delle performance termina quando arrivano le guardie, che chiedono gentilmente ma in modo deciso di smettere e andarsene. A volte arrivano a dare qualche spintone, ma Bill Brown sottolinea che i Surveillance Camera Players agiscono sempre in modo perfettamente legale e non violento. L'American Civil Liberties Union (ACLU) ha contato quasi 3000 telecamere di sorveglianza nella sola Manhattan.

Il fatto che i movimenti praticamente di chiunque a Manhattan fossero registrati dalle telecamere ha talmente indisposto Bill Brown che lasciò il suo posto di insegnante in un college per dedicarsi completamente alla battaglia contro la sempre più diffusa cultura della sorveglianza. Ora per guadagnarsi da vivere lavora part time come correttore di bozze per l'agenzia di pubblicità McCann e nel tempo libero pubblica la rivista anarchica Not Bored e organizza le performance dei SCP.

Sul sito Web del gruppo, oltre alla descrizione precisa di queste performance, si trovano anche una serie di testi teorici legati all'attività dei SCP, che viene messa in relazione con il "teatro della crudeltà" di Antonin Artaud, il teatro politico di strada di gruppi come il Living Theater e l'idea di Guy Debord di "costruzione della situazione", e in effetti il "Guerrilla Program for Video Surveillance Cameras" dei SCP descrive un tipo di puro intervento situazionista, con l'obiettivo di incrinare le comuni routine quotidiane di un pubblico casuale.

I SCP usano Internet fondamentalmente per distribuire informazione sulle proprie attività. Ma dato il loro interesse per le telecamere di sorveglianza e il loro uso della tecnologia per rovesciarne la logica contro se stessa, i SCP lavorano anche con le reti di comunicazione. Nonostante non si considerino prima di tutto artisti, e sicuramente non net artisti, il loro lavoro - come le video installazioni di Julia Scher - rivela dei punti in comune con le idee e i temi di molti artisti che lavorano con Internet.

Cosa fanno i Surveillance Camera Players?

BB - I SCP mettono in scena delle opere teatrali direttamente sotto le telecamere di sorveglianza. Quello che facciamo è tenere in mano grandi cartelloni fatti a mano rivolti verso le telecamere e poi recitare. La ragione è che le telecamere non registrano il suono. Il gruppo ha circa sei spettacoli di questo tipo nel suo repertorio, alcuni sono anche costruiti per essere rappresentati in luoghi specifici, per esempio chiese dotate di telecamere di sorveglianza.

Come scegliete il tipo di opere da rappresentare? Alcune scelte sembrano logiche, come "1984", ma perché "Aspettando Godot"?

BB - Abbiamo scelto "Godot" come una specie di gioco sull'opera stessa perché naturalmente è pieno di parole e assolutamente senza azione. Le telecamere non prendono il suono e così "Godot" avrebbe dovuto diventare muto! Ma non recitiamo più opere-gioco come questa. Dal novembre 1998 mettiamo in scena rappresentazioni che abbiamo scritto noi e che riguardano la sorveglianza e i diritti alla privacy.

Quante persone sono coinvolte nei SCP e quali sono le loro altre attività? Ci sono degli attori professionisti?

BB - In ogni singola occasione ci sono sempre circa sei persone nel gruppo, che è molto informale e senza una vera organizzazione interna. In tutto, circa 40 persone hanno partecipato alle performance dalla nostra fondazione nel novembre 1996. Non ci sono attori professionisti nel gruppo e non ce ne sono mai stati. La maggior parte dei membri sono attivisti politici che fanno parte di vari altri gruppi. Noi siamo tutti degli anarchici.

Che c'è di male nelle telecamere di sorveglianza? Dovrebbero rendere lo spazio pubblico più sicuro...

BB - L'uso che la polizia fa delle telecamere di sorveglianza è un'aperta violazione del Quarto Amendamento della Costituzione [degli Stati Uniti]. La Corte Suprema lo ha confermato con una sentenza del 1967.

Però nell'ultimo paio d'anni è diventato un fatto accettato e, allo stesso tempo, il tasso di criminalità a New York è diminuito...

BB - Il crimine è diminuito perché il Sindaco ha ordinato alla polizia di arrestare un numero enorme di gente povera. Il governo della città e la polizia in realtà vogliono tenere sotto controllo la protesta politica. Per esempio, prendi la zona attorno alla cattedrale di St. Patrick: praticamente è priva di crimine, ma c'è stato un gran numero di dimostrazioni contro le politiche della Chiesa Cattolica. E questo è il motivo per cui c'è un gran numero di telecamere digitali altamente sofisticate.

Voi dite che il vostro "pubblico di riferimento" è quella persona seduta di fronte al monitor di sorveglianza. Perché tutto questo sforzo per una persona sola?

BB - Il nostro vero pubblico è tutta la gente che ci vede sulla strada mentre stanno per caso camminando per di là. E a New York questo può voler dire un gran numero di persone, perché facciamo queste performance in luoghi molto affollati. Quando abbiamo detto che stavamo recitando per guardie e poliziotti annoiati era solo per scherzo! Fuck them!

E comunque rimane qualcosa di assurdo nel recitare di fronte a queste telecamere. Credo che sia voluto...

BB - Certo. Crediamo che tutta la logica della sorveglianza sia assurda. Le telecamere rendono la gente paranoica nella speranza che una persona paranoica agisca in modo razionale e non commetta crimini. Ma una persona paranoica non è una persona razionale.

Quale effetto vi aspettate dalle vostre performance?

BB - Prima di tutto, vogliamo rompere la routine quotidiana della gente. E vogliamo mostrare che non c'è nessun bisogno di sentirsi terrorizzati da queste telecamere. In più vogliamo mostrare che non tutte le forme di protesta sono rumorose e noiose e che anzi possono essere fatte con un certo senso dell'umorismo, e che anche singoli individui e piccoli gruppi possono riuscirci con successo. Questa strategia della rottura della vita di tutti i giorni oggi viene usata anche da altri. E' diventata per esempio una strategia di marketing e interi centri commerciali sono studiati per far uscire la gente da un quotidiano stato di trance.

Perché pensate che questa strategia funzioni? E veramente avete la sensazione che i vostri cartelloni fatti a mano vengano riconosciuti nonostante la concorrenza della più sofisticata grafica pubblicitaria negli spazi pubblici o nonostante forme di "shock" e "guerrilla" marketing?

BB - Il marketing - e addirittura la pubblicità "radicale" - è progettata per far sì che la gente rimanga in quello stato di trance piuttosto che per svegliarla. La pubblicità, appunto, è parte di questa vita-trance quotidiana e questo è quello che noi vogliamo sconvolgere. Quanto al contrasto fra noi e i pubblicitari: noi sembriamo poco professionali, addirittura assurdi, no? Bene!

Come reagisce il pubblico?

BB - Gli addetti alla sorveglianza spesso lo trovano divertente, finché non mostriamo il cartello che dice: "Fatevi gli affari vostri". Il resto del pubblico in genere è d'accordo con noi - almeno sul punto che le telecamere dovrebbero essere indicate con segnali adeguati. Sono in pochi a venirci a dire le solite cazzate sulla lotta contro il crimine.

Voi organizzate anche dei tour a piedi attraverso New York. Cosa fate in queste occasioni?

BB - Insegnamo ad altra gente le cose che facciamo: individuare le telecamere, che spesso sono mascherate da lampioni o arredo urbano. Ci preoccupiamo anche di diffondere le mappe con la collocazione delle telecamere. Questo è un aspetto molto importante anche delle nostre perforance: fare in modo di distribuire le mappe. Una cosa è qualcuno che ti racconta delle telecamere, un'altra è essere tu stesso in grado di localizzarle. Perché allora semplicemente vedi quante ce ne sono in realtà.

La teoria situazionista ha influenzato il vostro lavoro?

BB - Sì, molto. Quello che facciamo è un "detournement" dello spettacolo delle telecamere. Non le distruggiamo come farebbe un anarchico militante, né scriviamo al nostro parlamentare come farebbe il buon progressista. Noi rivoltiamo le telecamere contro i loro stessi obiettivi. Comunque, sono sicuro che l'Internazionale Situazionista si sarebbe opposta al grado di esposizione ai media dei SCP.

Stavo proprio per chiedertelo: se siete così contrari allo spettacolo - come i Situazionisti chiamavano i mass media - perché vi prendete parte, per esempio concedendo interviste alla televisione?

BB - Diamo allo spettacolo cibo avvelenato sotto forma di mangime per uccelli.

Vi considerate nella tradizione del teatro politico di strada?

BB - Sì, siamo grandi fan del Living Theater. Gruppi come il Living Theater in realtà non esistono più e una delle ragioni potrebbe essere che è cambiata la nozione di spazio pubblico. Forse il vero discorso sociale e la vera vita pubblica non avvengono più nelle strade ma nei media.

Così si potrebbe dire che questo tipo di teatro di strada non raggiunge più il "pubblico", o nella migliore delle ipotesi ne raggiunge una minuscola parte...

BB - Ma il Living Theater è ancora vivo e ci sono ancora persone per cui la strada e lo spazio pubblico sono ancora molto importanti - i senza casa, ovviamente, ma non solo.

Qual è il ruolo della Rete in quello che fate?

BB - Ci permette di entrare in contatto con gente che la pensa come noi in tutto il mondo e ci permette di avere gente che non parla inglese come prima lingua che comunque scrive o parla di noi. E' stato scritto dei SCP in spagnolo, portoghese, francese, olandese e tedesco. Usando la Rete raggiungete molta più gente interessata alle cose che fate che non "semplicemente" facendo performance sulle strade o recitando nei teatri.

Questo è quello che vi rende diversi dal teatro politico tradizonale...

BB - E' vero, i SCP sono un gruppo teatrale molto più "moderno" del Living Theater, che non usa veramente Internet né la sfrutta completamente. Noi la usiamo per massimizzare più possibile l'efficacia di quello che facciamo e comunque il gruppo sarebbe molto meno conosciuto senza la Rete. Ma i Surveillance Camera Players potrebbero continuare a esistere ed essere efficaci anche se domani Internet crollasse completamente. Questo è il motivo per cui il nostro sito è relativamente primitivo e sotto tono. E' semplicemente un veicolo di idee su un'area molto vasta e ci permette di farlo senza una newsletter o un libro...

Riusciresti a immaginare un modo in cui la vostra strategia potrebbe essere applicata ai mass media o a Internet?

BB - La strategia del "detournement" può senz'altro essere applicata ai mass media. Gli stessi Situazionisti avevano detournato fumetti, quadri, film e altri mezzi di comunicazione. Noi spesso organizziamo performance di fronte a web cam che consideriamo strumenti di sorveglianza a distanza: sono telecamere digitali, a differenza delle "vere" telecamere di sorveglianza che in gran parte sono ancora analogiche. Poi vogliamo richiamare l'attenzione alla futura probabile combinazione delle web cam con il software di riconoscimento facciale. Internet è un grande strumento di sorveglianza, ma in una certa misura questa sorveglianza funziona in due direzioni. Nonostante l'esercito degli Stati Uniti mi stia spiando usando la Rete, io posso usare la Rete per intercettare e denunciare questo controllo.


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