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NULLPOINTER
Intervista di Matthew Fuller (2001)

 

http://www.axia.demon.co.uk/nullpoint.html
disponibile anche a:
http://amsterdam.nettime.org

?:Quali sono le domande che stai ponendo rispetto alla struttura del web, e rispetto al software che viene sviluppato per usare il web?

Nullpointer: Ben consapevole della tradizione di mappatura del Web come presunto strumento di demistificazione e feticizzata perversione formalistica della forma, non intendo decorare questo progetto con troppe ipotesi culturali e obiettivi sociali. Ci sono altri che potrebbero farlo assai meglio di me. Non posso negare che le intenzioni di questa applicazione non sono in primo luogo quelle di aiutare i webmaster nell'analisi e lo sviluppo dei loro siti, ma piuttosto - come spero sia ovvio - riutilizzare in modo diverso l'informazione che costituisce l'ipertesto e il Web mettendoli su un'altra prospettiva e con un altro grado di interazione. L'applicazione tratta siti e pagine come molecole e atomi e la struttura cellulare che ne risulta riflette le strutture di informazione della Rete. Trovo che la rappresentazione delle varie shell e livelli che guidano la nostra esplorazione del cyberspazio possono servire a rinforzare la consapevolezza che ogni sistema di informazione è definito da un gran numero di elementi di base. Il tipo di hardware usato, il sistema operativo, il software, i protocolli di rete e alla fine le stesse strutture di file plasmano il modo in cui il pubblico interagisce con degli ambienti di dati e il modo in cui il pubblico stesso può crearli.

?: Quando si usa il tuo software appare chiaro che la disposizione delle relazioni fra i nodi veicola informazione, in termini di lunghezza della linea che collega i nodi. Cos'è che determina l'ampiezza dello spostamento da un nodo all'altro, e cioé come può l'utente "leggere" l'informazione che il software mostra in modo spazializzato?

Nullpointer: Le strutture molecolari create dall'applicazione vengono disposte spazialmente in base a molti modificatori diversi. Il programma usa sia l'ordine dei link come appaiono nella pagina, sia la profondità relativa dei link all'interno della cartella dei file html sul server. Più un nodo è vicino alla base di una struttura WebTracer, più quella pagina è vicina alla pagina index del sito, ulteriori sotto-directory creano piani distinti posizionati lungo l'asse verticale. Quindi siti con strutture gerarchiche rigide e profonde creeranno oggetti allungati, mentre siti con strutture piatte o basate su data-base daranno come risultato delle serie più schiacciate di piani o plateau d'informazione. L'ordine in cui questi livelli vengono creati dipende dall'ordine in cui appaiono all'utente, e ogni distinto percorso di una directory occupa un piano orizzontale. Il colore e la lunghezza di ogni filo di link rappresenta la direzione e la distanza di quel link all'interno della struttura che è stata costruita.

?: Sul tuo sito, nel testo che accompagna alcune immagini del software in azione, usi alcuni termini particolari per descrivere queste disposizioni spaziali: "plateau", "corona", "albero" e così via. In che misura queste descrizioni delle strutture di link sono il risultato del modo in cui WebTracer organizza spazialmente la massa di link e in che misura invece possono essere considerate inerenti alla struttura effettiva del singolo sito preso in esam da WebTracer?

Nullpointer: Le singole forme della struttura che risultano quando WebTracer esamina un sito - come 'plateau', 'corona' o 'albero' - sono una combinazione sia del modo in cui il programma "vede" i link, sia della loro posizione sul server remoto. Nonostante le routine di visualizzazione possano essere configurate in modo diverso, il modello molecolare che risulta dai tracciati del software riflette in modo molto preciso la strutura dell'informazione nel sito considerato, sia dal punto di vista della struttura di file, sia dal punto di vista dell'architettura dell'informazione.

?: Consideriamo già come un luogo comune il fenomeno dell'arte e di altri siti realizzati per essere visti solo tramite certe configurazioni di software o velocità di accesso, che li rende visibili solo tramite parametri di configurazione molto limitati. Gli argomenti a favore e contro queste prassi si ricollegano ai vecchi discorsi sulla natura di mark-up logico o fisico dell'HTML.
Per questi siti, i filtri di import e export di software costituiscono una forma di micropolitica nascosta che regola quali formati sono accettati o interpretabili e quali no, basandosi sugli accordi fra le diverse società o organizzazioni che creano questi standard e questi protocolli.
Ovviamente questi sistemi di filtraggio e lettura, di codifica e decodifica, operano a molti diversi livelli - fra cui anche livelli culturali - durante un dato periodo di utilizzo di un software. Un'altra cosa collegata che si verifica sulla rete frequentemente riguarda le persone che bloccano gli spider dei motori di ricerca sui loro siti - cioé gli spider di quelli che cercano di leggere i loro dati in un certo modo. Mi chiedo, data forse la crescente importanza data alle modalità di utilizzo o percezione dei dati su un sito nel modo corretto, come vedi il WebTracer funzionare in questo contesto?

Nullpointer: Beh, c'é un certo spettro di argomenti che emerge in questa domada, ma come hai sottolineato nascono tutti dal vecchio argomento di Internet ( o dell'ipertesto) che oppone la libertà della forma/medium al controllo della forma/mezzo. Come ho già accennato rispondendo ad una domanda precedente, la natura di Internet e dei media collegati comporta che diverse parti vedono diversi mezzi diretti a diversi fini. L'attuale processo di codifica il sistema teoricamente aperto del Web é uno sviluppo inevitabile della sua popolarità e commercializzazione. Riducendo l'informazione a una serie di otto.punto.tre formati di file e bloccando questi formati nello svilluppo e distribuzione di programmi software, questo porta alla creazione di un linguaggio che é al tempo stesso arcano e specifico. Queste cornici poste intorno agli spazi informativi della rete hanno un doppio obiettivo: da una parte contestualizzano e compartimentalizzano il mezzo in blocchi della dimensione di un bite, con cui gli utenti possono familiarizzare e riglette metafore o schemi già esistenti; dall'altra collegano i dati e il mezzo a asserzioni riguardo alla proprietà intellettuale e privata. Cona la definizione di un sistema deriva l'abilità di quantificarlo e mercificarlo. Un'estensione naturale di questa pratica é la preoccupazione sulla violazione di queste definizioni o letture e sistemi alternativi ( da qui il blocco degli agenti autonomi, ecc.) La rete é passata da un medium molto aperto, cresciuto in virtù delle sue intrinseche qualità di apertura ad un sistema sovraccarico delle griglie e delle metafore delle agenzie di commercializzazione. Ne risulta così la definionz di una modalità "ufficiale" di navigare, avallata da chi ha la presenza più cospicua nella definizione del termine. Non voglio dire che programmi come webtracer sono in qualche modo contrastando questa tendenza ( in un certo senso forniscono nuove opportunità di collegamento), ma forse potranno spingere la gente a pensare che ci sono sempre modi diversi di guardare ad un sistema.

?: Hai fatto riferimento alla differenza fra siti più piatti o gestiti da un database e quelli che invece hanno una struttura più gerarchica. Diresti quindi che una delle cose che WebTracer e altri software che costruiscono mappe di link fanno è anche effettivamente appiattire qualunque sito in un "plateau"?

Nullpointer: In un certo senso sì, ma questa azione ovviamente non èun appiattimento in senso fisico o dimensionale, ma piuttosto una riduzione psicologica della complessità dei dati in un'analisi molto specifica. Un software che mappa la Rete prende in considerazione certi aspetti o certi elementi dell'ipertesto e può tralasciare il resto nel risultato finale. Ovviamente ci sono molti fattori che influenzano e guidano la produzione di un sito Web ma la maggior parte del software che mappa la rete è per forza riduttivo e formalistico.

?: Partendo proprio da questo, la gente come usa questo software? Tu come lo usi?

Nullpointer: A me piacerebbe vederlo usare in un modo quasi scultoreo, Web Stalker ha una forza estetica nel rivelare la struttura interna di un sito che penso possa piacere a molta gente. Mi piacerebbe anche immaginare che possa essere usato come strumento per l'analisi dell'architettura concettuale di un sito, ma ho il sospetto che il software avrebbe bisogno di maggiore sviluppo commerciale. Io l'ho usato in entrambi i modi e credo che quello che mi piace di più èil modo pseudo filmico in cui ci si può movere da nodo a nodo all'interno della mappa di un sito come fosse un esame medico. Ho avuto da chi l'ha usato molti suggerimenti su diversi modi creativi di usare l'applicazione, sia dal punto di vista del designer che dell'utente.

?: Su Nullpointer c'é un bel po' di altro materiale, dal materiale trasferito di Dividebyzero.org a software per la generazione di suono, in cui tu sembri voler esplorare altri spazi potenziali per il software. Quali sono le direzioni chiave verso cui il software può essere sviluppato che in questo momento invece mancano al software mainstream?

Nullpointer: Credo che sviluppare software sia una vera arma a doppio taglio. Quando scrivi nuovo software ti rendi conto in modo netto che non farai che continuamente limitare alcuni aspetti delle sue funzionalità per rispondere ai tuoi interessi. Allora non puoi fare altro che riflettere sul modo in cui questo processo ha luogo in tutti gli altri software che usi, compresi gli strumenti che usi per scrivere il tuo stesso software. Una delle poche cose per controbattere questa tendenza è il movimento open source. L'open source non riguarda neanche solo il codice di per sè, ma tutto l'insieme di atteggiamenti di cui il software beneficia. L'industria dei videogiochi cresce sulle comunità di sviluppatori ed é uno dei settori industriali più all'avanguardia. E c'é anche un'area meno visibile ma altrettanto importante all'interno della comunità accademica (IRCAM, MIT, ecc). Ogni area possiede delle abilità che possono servire alle altre. Nel mio lavoro cerco di non limitarmi a lavorare solo in una comunità o in un solo ambiente di programmazione, e userò codice o approcci che sono già disponibili per poi piegarli alle mie ambizioni personali. Mi piacerebbe vedere che dal mercato del software mainstream nascessero prodotti più semplici, ma che rendessero più facile lo sviluppo di modifiche e integrazioni da parte della comunità degli utenti. Se non fosse un programma così orrendo mi piacerebbe vedere i modificatori di Quake in azione su Microsoft Word ;)


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