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THE BEST OF 386 DX
di Josephine Bosma (2001)

Rhizome - http://rhizome.org/object.rhiz?2793



Eccolo: il CD della cyberpunkband 386DX di Alexei Shulgin. Dopo anni di insistenze da parte dei fan, Shulgin si è deciso di entrare in contatto con l'etichetta Staalplaat in occasione di un concerto a Berlino all'inizio dell'anno. Registrato a Londra come ogni CD che si rispetti, questo disco però non è la solita collezione di brani: è possibile direttamente far avviare il computer e avere il tuo 386DX. Pronto per la performance, pronto per creare suoni e grafica nell'estetica dei primi computer. Il CD contiene una copia illegale di una delle prime versioni di Windows (la 3.1) ed è possibile far girare il computer con quella, ma soprattutto i pezzi più famosi della cyberpunkband 386DX: canzoni pop degli ultimi trent'anni suonate e cantate da un computer.

Alexei Shulgin fondò la cyberpunkband 386DX nel 1998. L'anno precedente, la prima ondata di interesse aveva scosso gli ambienti ristretti (o forse dovrei dire quasi privati) della net.art: il 1997 era cominciato con grandi speranze con la conferenza segreta di Heath Bunting sulla net.art (http://www.irational.org/cybercafe/backspace/), seguita dal primo concorso riservato ad artisti di rete poi sovvertito da Cornelia Sollfranck (http://www.obn.org/femext/int_engl.htm), dall'uscita di molti artisti da Nettime seguita dall'attivazione della famosa mailing-list 7-11 (http://www.irational.org/7-11/), in autunno la contestata la sezione on line di Documenta X fu presa in ostaggio da Vuk Cosic (http://www.ljudmila.org/~vuk/dx/) e l'anno finì con un'azione nella stessa lista di 7-11, con Heath Bunting che spostò l'intero elenco dei membri su una nuova lista (http://www.irational.org/american_express/) sul proprio server come ultimo atto di sovversione all'interno di questa mailing-list ancora seprimentale.

Nel dicembre dello stesso anno, Alexei Shulgin fece un'importante performance a Vienna
(http://kunstradio.at/FUTURE/RTF/INSTALLATIONS/SHULGIN/cyberknow.html)
chiamata Real Cyberknowledge for Real People ("Cybersapere Reale per Persone Reali"). Al di là dell'affermazione di Shulgin sulla cosiddetta democratizzazione del sapere all'interno della Rete, la sua performance fu una sorpresa anche in un altro senso: apparentemente l'arte non aveva bisogno di una connessione diretta e fisica a Internet per venir chiamata 'net art'. La net art dipende dalla Rete dal punto di vista culturale e non in modo così indispensabile dal punto di vista tecnico. Si ha l'impressione che Shulgin cercasse di provocare il pubblico e i critici facendo qualcosa che stava al di fuori delle tecnologia di Internet e del Web di cui tutti parlavano. L'ironica e pacata critica di Shulgin alla moda tecnologica della metà degli anni '90 è presente in tutti i suoi progetti e si potrebbe quasi dire che ne è l'aspetto più tipico.

Come molti altri membri del gruppo della 'net.art' (penso soprattutto a Jodi o Heath Bunting), Shulgin ha relativizzato il proprio ruolo di ultima novità nel campo dell'arte tecnologica, con un atteggiamento che poteva disorientare visto che sia il computer sia la rete sono così importanti nei suoi lavori.

Sembrò che Alexei Shulgin avesse deciso che il proprio compito era quello di spiazzare le aspettative del pubblico; diede addirittura l'impressione di voler prendere in giro l'audience, e i critici d'arte in particolare, quando i primi suoni della 386DX apparvero nelle note di viaggio dalla Russia che Barbara London riportò con il titolo piuttosto buffo di "Internyet" (http://www.moma.org/onlineprojects/internyet/f-artists.html). Il modo in cui Alexei Shulgin ha sempre bilanciato le critiche al sistema dell'arte e della tecnologia con la creazione di opere d'arte all'interno dei nuovi media risulta stupefacente e gradevole: Shulgin allo stesso tempo sfrutta e rifiuta la propria posizione di net artista e buona parte del suo successo deriva dal farlo in un modo piuttosto 'pop'.

Sono il suo atteggiamento distaccato e pop che rendono il lavoro di Shulgin così godibile e la cyberpunkband un'evoluzione così logica della sua carriera: Alexei Shulgin è un artista cyberpop più di qualsiasi suo collega. Se non fosse così di cattivo gusto mi spingerei quasi a dichiararlo il primo vero artista cyberpop. In mostre e dibattiti in tutto il mondo a critici e curatori piace riferirsi alla 'popolarizzazione' dell'arte attraverso i videogiochi e il computer design, ma molte delle conclusioni che ne vengono tratte vanno completamente fuori misura perché non tengono conto dell'aspetto più importante di questa popolarizzazione dell'arte, e cioé la disponibilità di computer economici in tutto il mondo. Il vero cyberpop incorpora e lavora con tecnologie che viene spesso dichiarata superata dai progettisti web o di videogiochi. Alexei Shulgin non solo le incorpora, ma con 386DX riesce a mostrarci quanto la nostra stessa cultura pop è superata coprendo con il suo repertorio trent'anni di musica pop e dando l'impressione che tutte le canzoni siano state create nello stesso momento, e cioé in questo istante.

The Best of 386DX ha all'interno un libretto disegnato da Alexei Shulgin e Geert-Jan Hobijn (direttore di Staalplaat): un semplice foglietto con la versione ascii dell'album Sticky Fingers dei Rolling Stones.

[...]

I contenuti del CD vanno dalla primissima hit dei 386DX - "California Dreaming" - a "Anarchy in the UK" e "I shot the sherrif", e anche i grandi successi degli anni Novanta come "Smells like teen spirit" sorprendentemente non perdono la loro forza, ma anzi da questa trasformazione sembrano piuttosto acquistare un'ulteriore profondità. The Best of 386DX offre un'esperienza interessante: la possibilità effettiva di creare e conservare da soli la cultura dei primi computer insieme al piacere di una musica pop dal suono cult e "early sci-fi". Alexei Shulgin è semplicemente il re del Cyberpop.

The best of 386 DX è distribuito da Staalplaat Records
presso: http://www.staalplaat.com/


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