OSSERVAZIONI SUL TAKEOVER: 0100101110101101.ORG
di Timothy Druckrey (2001)
Ars Electronica 2001 - http://www.aec.at/festival2001/update/....
Dirottamenti, pirateria, sfide al copyright, violazioni della proprietà
intellettuale. L'industria esulta se i progetti d'arte si incriminano
da soli. Rinforza l'atmosfera di un "take-over" [tema dell'edizione
2001 di Ars Electronica, per cui questo testo è stato scritto,
traducibile con "la presa del potere"] che può proseguire
regolato da norme legali e con artisti accasati la cui fedeltà
alla legge aziendale è user friendly. 0100101110101101.ORG la pensano
diversamente.
Entra in www.0100101110101101.org e leggi la posta quotidiana (letta e
non), sfoglia le cartelle e le sotto-directory, svela la storia di un
intervento idealistico - e tuttavia assolutamente pragmatico - in un sistema
aperto reso veramente 'pubblico'. Non un cestino per vecchi file non più
utilizzati (come nel "Digital Landfill" di Mark Napier), né
alcun futile tipo di manifesto: gli 01.ORG semplicemente applicano il
principio base della comunicazione di Rete, vista come un sistema in cui
l'idea del trasferimento di dati viene estesa ben oltre i limiti dei protocolli
o dei firewall verso tutto quello che è stato lasciato per strada
del vago concetto di privacy accettato dalla maggior parte degli utenti
del web. Lasciando da parte l'aura di mistero, reintegrando le strutture
delle directory al posto di effetti grafici gonfiati e senza fine, "Life_Sharing"
identifica l'interfaccia web tipica come un atteggiamento che nasconde
più di quanto riveli, come una sorta di accesso negato ["denial
of access"]. Al contrario, 01.ORG lascia perdere introduzioni animate
in favore di un ingresso diretto.
In questo senso, 01.ORG sembra un'interfaccia stranamente banale in un
ambiente di Rete facilmente reso frivolo da eventi come il Browserday
[concorso-evento sullo studio di nuove interfacce alternative per la navigazione
del Web], perché in ogni momento sembra fare piazza pulita degli
imperativi di una comunità web inebriata dall'istantaneità.
Così, al posto di "elementi significanti in movimento"
["flickering signifiers"], il sito rimette in moto un tipo di
contenuto che va nella direzione di una sovversione ben motivata e non
celebrata come stile. La loro opera - di dirottamento, fra i tanti, di
Hell.com e di Teleportacia di Olia Lialina - non ha come obiettivo un
atto di pirateria, ma un'estensione, un tributo, un gioco con un fine
ultimo.
O accettiamo il fatto che "l'informazione cerca a tutti i costi di
essere libera" oppure cadiamo nell'inganno, nella codardia. 01.ORG
può essere messi in relazione con ideali ormai di lunga data sulla
libertà di comunicare senza i vincoli di un discorso regolato.
Certamente un principio antico. Addirittura Thomas Jefferson, sulle orme
della Rivoluzione Francese, mise in guardia e allo stesso tempo ammirò
il rapporto fra la libera pubblicazione e il processo democratico. "L'unica
sicurezza per tutti è quella che c'è nella libera stampa.
Nessuno potrà resistere alla forza dell'opinione pubblica qunado
le è permesso di esprimersi liberamente. L'agitazione che produrrà
non potrà non essere presa in considerazione"
La migrazione dell'informazione nel cyberspazio ha colto impreparati i
sistemi regolatori dei governi e del commercio, sistemi in cui erano saldamente
al potere canali gerarchici di distribuzione. Gli artisti della "frontiera
elettronica" effettivamente hanno trovato un punto d'appoggio sicuro
che ha spianato il campo, con i governanti che si azzuffavano sui flussi
di informazione governativa mentre la cultura delle BBS proliferava e
si espandeva nelle reti peer-to-peer. L'industria, e in particolare l'industria
dei media, esplose e si espose a una stupefacente e reazionaria ricerca
di profitto alle spese degli artisti e del pubblico. L'espressione che
usano adesso è "Napsterizzazione".
Gli 01.org sottoscrivono il modello dell'open source non per ragioni di
interesse, ma piuttosto con l'obiettivo di dichiarare che la rete è
un tipo di sfera culturale completamente trasformata rispetto a quelle
a cui siamo abituati, in cui la reciprocità sociale è un
imperativo conquistato pensando allo scambio piuttosto che all'incorporazione
dell'informazione; e arrivando a sostituire il copyright materiale con
la Licenza Pubblica Generica (GNU General Public License www.gnu.org);
e infine ricordando alla comunità web con quale facilità
divengono proxies o beta-servers delle pubbliche relazioni aziendali di
istituzioni del mondo dell'arte affamate di riscontri positivi sulla stampa.
Il "takeover" ovviamente non va in una direzione sola!
© dell'autore - Traduzioni italiane No©
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